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Specchio antico

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Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Leonardo letto da un prof di agricoltura

Quando si parla di Leonardo di solito si parte dalle spettacolari macchine del Codice Atlantico. Ma il genio id Leonardo era tanto multiforme che ha detto la sua anche in botanica e precisamente nel trattato sulla pittura. Questo passa inosservato perché di solito il trattato viene letto con gli occhi di un pittore.
Ma leggere la parte che riguarda gli alberi con alle spalle un laurea in Scienze agrarie porta a scoperte sorprendenti.
Vi si legge chiaramente il passaggio di Leonardo, evidenziato da Gombrich, da artista a scienziato: guardando alla natura per riprodurla, compie osservazioni rigorose di grande utilità per la Scienza.
Quando parla dei cerchi di accrescimento degli alberi si rende conto di entrare in un altro campo:

“I circoli de’ rami segati mostrano il numero dei loro anni e quali furono i più umidi o più secchi secondo la maggiore o minore loro grossezza. (omissis) e benché questo non serva alla pittura pure lo scriverò per lasciare men cose indietro degli alberi, che alla mia notizia sia possibile.”

Ci sono sorprendenti osservazioni di fisiologia vegetale, che tradotte in linguaggio moderno conservano la loro validità: sostituite “sugo” con “cambio libro-floematico” ed avrete una descrizione ancora abbastanza valida dell’accrescimento delle piante:

“L’accrescimento della grossezza delle piante è fatto del sugo, il quale si genera nel mese di aprile infra la camicia ed il legno di esso albero; ed in quel tempo essa camicia si converte in iscorza, e la scorza acquista nuove crepature nella profondità delle ordinarie crepature.”

Di solito gli studi sulla nutrizione vegetale vengono datati agli inizi del ‘600 e per le prime intuizioni del fatto che le piante traggano nutrimento dall’aria bisogna aspettare la fine del ‘700. Ma sentite cosa dice Leonardo in pieno ‘500:

“Il Sole dà spirito e vita alle piante: e la terra coll’umido la nutrisce. Intorno a questo caso io provai già a lasciare solamente una minima radice a una zucca, e quella tenevo nutrita con l’acqua; e tale zucca condusse a perfezione tutti i frutti che essa potè generare i quali furono circa sessanta zucche di quelle larghe.”

Un vero e proprio esperimento scientifico, nel quale si riconosce il ruolo della luce solare per la vita delle piante. La conclusione non è del tutto corretta: Leonardo osserva che la pianta trae nutrimento dall’aria, ma individua la rugiada come principio nutritivo. Solo alla fine del ‘700 si capirà che l’aria è una miscela di gas e nell’800 che è l’anidride carbonica la responsabile della crescita delle piante.

In ogni caso Leonardo giunge ad una conclusione corretta e la sintetizza in una frase di rara forza espressiva:

“La foglia è tetta ovvero poppa del ramo o dei frutti che nascon l’anno che viene”

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