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Specchio antico

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Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Accampati?

Stiamo traslocando.

Dopo mesi di preparativi siamo nella nuova casa e siamo ancora in alto mare.

Siamo nella fase in cui la gran parte delle cose è negli scatoloni e c’è ancora grande confusione.

Mia mogli afferma “Siamo accampati”.

Piano con le parole: il campeggio è una scienza esatta.

In campeggio non si portano i ricordi di una vita e di trent’anni di matrimonio.

Se si porta qualcosa ha una sua precisa ragione. E se poi è un campo mobile si è feroci nelle scelte. Tipo il dentifricio. I più furbi portano lo spazzolino, tanto uno che porta il dentifricio si trova sempre. Poi al campeggio succedono dialoghi come questo: “Hai un po’ di dentifricio?” “Sì, ma ce l’ho solo per me. Un mese fa ho imboscato il tubetto quando ho visto che ne rimaneva giusto giusto per il campo”. Magari poi, cambiando i mezzi, ci si allarga, non sempre con risultati brillanti. La prima volta che partii in automobile, mia mamma mi convinse a portarmi dietro i piatti di plastica. Finì che i vicini di tenda ci invitarono al loro tavolo, perché gli sforzi per mangiare il brodo dai piatti posati per terra erano veramente irresistibili. Per inciso, con la gavetta era sempre andato tutto bene

In campeggio non si va in un posto che non si conosce. O meglio, si va in un luogo che non si conosce , ma si abita un posto noto. Si va in una tenda, in cui sai che non c’è altro spazio che un angolino per lo zaino. E lo zaino ha tasche che conosci. La roulotte, poi, è la propria casa su ruote. Si riempie tutto prima di partire in modo meditato e forse anche razionale. I piatti in cucina, gli abiti nell’armadio, gli attrezzi nel gavone di prua, i libri in biblioteca (è solo una parte di un ripiano, ma è la biblioteca).

Ma in una casa nuova non sai dove mettere le mani. Dov’è il cavatappi? Dove metto il trapano? Dove appoggio i pantaloni? Dov’è finito lo scatolone dei detersivi?

Quando si parte per il campeggio si preparano le cose con razionalità, tanti sacchetti, ognuno con la sua funzione.

Quando si trasloca si comincia col più facile, ad esempio i libri, anche divisi per tipo, le lenzuola, le maglie dell’altra stagione. Poi, man mano, si trovano i problemi. Alla fine si combinano scatoloni eterogenei dove si mescolano cose talmente diverse che per descriverne il contenuto non resta altro che scrivere “varie ed eventuali scrivania”. Restano poi dei rebus tuttora insoluti, come certe piante grasse, strette strette e alte un mezzo metro.

Siamo accampati? Magari!

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