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Vent'anni di Presepi

Dicembre 2005

Un breve compendio dell'esperienza di giuria del concorso Presepi.

Da circa vent’anni visito e fotografo in media una ventina di Presepi all’anno. Difficile dire quanti in realtà ne abbia visti, perché alcuni si sono ripetuti uguali per diverse volte. Comunque, a memoria, sono riuscito ad elencare un centinaio di luoghi visitati almeno una volta.
In questi anni ne ho visti proprio di tutti i tipi e penso che possa essere utile esporre qualche osservazione, premettendo che non intendo dare delle regole, ma semplicemente evidenziare alcuni aspetti ai quali è bene porre attenzione. In diversi casi mi sembra utile riportare le diverse scelte dei costruttori per dare un’idea delle opzioni possibili. Il Presepe è un’arte, e come tale non sopporta le regole.
Data la grande varietà riscontrabile nelle realizzazioni risulta necessario dividerle per categorie, operazione comunque non facile, perché si tratta, in fondo, di incasellare la creatività. Per giustificare la divisione è meglio partire da una breve storia.
Fin dall’inizio il Presepe ha seguito i canoni dell’arte sacra ed ha sempre rappresentato le scene evangeliche in abiti e ambienti dell’epoca di esecuzione dell’opera, badando più alla simbologia che alla rappresentazione realistica. Questo è evidente ad esempio nel Presepe Napoletano, nel quale viene rappresentata la vita del vicolo così com’era nei secoli scorsi, con i suoi angoli caratteristici e i suoi mestieri. La venuta di Cristo veniva “attualizzata” ponendola in un contesto contemporaneo alla realizzazione del Presepe. Dato che il Presepe è soprattutto rappresentazione simbolica, gli anacronismi evidenti non hanno alcuna importanza, anzi, in qualche caso sono funzionali alla simbologia. Prendiamo ad esempio il manto azzurro della Madonna: è altamente improbabile che all’epoca una donna del popolo potesse permettersi un indumento di quel colore, magari abbinato ad una veste rossa come spesso vediamo. Nessuno però obietta sul fatto che in un Presepe tradizionale, come in buona parte dell’arte sacra, lo si usi per simboleggiare il Cielo e quindi la dimensione spirituale della Madre di Dio.
Oggi la sensibilità è però cambiata rispetto al passato. Un Presepe in abiti contemporanei non verrebbe percepito come tradizionale, anche se, paradossalmente, sarebbe aderente allo spirito di una rappresentazione napoletana di un paio di secoli fa.
Sostanzialmente rimangono tre strade: continuare con le forme e gli stili che ormai sono entrati nella nostra cultura e che percepiamo come tradizionali, tentare una ricostruzione storica oppure attualizzare il Presepe cercando forme e stili completamente nuovi. Tutte e tre le strade, diciamolo subito, hanno i loro limiti, i loro pregi e presentano qualche difficoltà. Ognuna, comunque, troverà i suoi estimatori e merita di essere seguita.

Il presepe tradizionale

PresepeIniziamo la nostra rassegna dai Presepi che definiamo “tradizionali”. Sono quelli più frequenti, che riprendono uno stile noto a tutti nelle sue linee essenziali. Comprendiamo fra questi anche i presepi le cui statue sono realizzate con materiali originali, purché non si discostino troppo dallo stile a cui siamo abituati, ad esempio personaggi realizzati all’uncinetto o con foglie di mais. Molte volte vengono realizzati seguendo un semplice concetto, ad esempio “Gesù nostra luce” oppure “Gesù nato fuori le mura”, sempre però rispettando una impostazione visiva tradizionale. Hanno il vantaggio di richiamarsi a forme e stereotipi ormai familiari e quindi stabiliscono subito una comunicazione col pubblico. Sono rappresentazioni allegoriche, quindi possono essere anche volutamente ingenue e le imprecisioni storiche non hanno molta importanza.
Per questi faremo soprattutto raccomandazioni di carattere estetico, alcune delle quali valgono un po’ per tutti. Una poterebbe essere quella di cercare un minimo di coerenza stilistica. Se le statue a disposizione sono di diversi stili, è bene scartare quelle che si discostano troppo dal tipo più disponibile o che vi piace di più. Se le statue hanno uno stile ben riconoscibile (arabeggiante, barocco, rinascimentale) si può cercare di armonizzare ad esse lo stile delle costruzioni architettoniche. Possiamo poi raccomandare di rispettare le proporzioni e di curare il senso della profondità. Semplici accorgimenti, come l’uso di statue di diverse dimensioni e di colori sfumati verso lo sfondo creano una falsa prospettiva che simula una distanza maggiore del reale. Questi effetti sono più facili da ottenere nel paesaggio, mentre con le costruzioni in primo piano occorre simulare deformazioni prospettiche che richiedono una certa perizia..
Come ambientazione alcuni scelgono un paesaggio aperto, altri un luogo caratterizzabile come un paese. In entrambe i casi questo è l’ambito in cui più spesso si esercita la creatività dei costruttori e la cura dei dettagli fa spesso la differenza fra un presepe banale e uno che suscita ammirazione. La ricerca di materiali adatti è parte importante di questo lavoro.
Come fotografo trovo che un elemento che meriterebbe più attenzione è la luce. Oltre all’effetto “del giorno e della notte” (che in qualche caso mi sembra un virtuosismo fine a sé stesso) si potrebbe curare di più l’illuminazione, cercando qualche effetto di chiaroscuro oppure giocando con i colori della luce. Luci dai colori caldi o freddi possono essere usate per creare atmosfere diverse in zone differenti. Un anno mi spiegarono che avevano lasciato volutamente al buio il castello di Erode. Probabilmente non sapevano cosa si può ottenere con una luce blu o violetta.
Anche l’acqua può essere usata in diversi modi. Nel presepe napoletano è un elemento separatore fra il bene e il male, a volte assume un significato, come, ad esempio, simbolo della Grazia. Altre volte è un elemento del paesaggio che suscita la meraviglia dei bambini.
Spesso i presepi sono accompagnati dalla musica, che in qualche caso disturba, più che aiutare la riflessione. Può essere questione di gusti personali, ma trovare “Jingle bell” come sottofondo non mi convince. Preferisco toni sommessi, al limite il solo rumore dell’acqua.

Presepi meccanici

I presepi meccanici meritano uno spazio a parte. Attirano molto pubblico, soprattutto fra i bambini, spesso rappresentano molto bene il desiderio di vedere Cristo incarnarsi nella realtà di tutti i giorni, pur rimanendo fedeli allo stile della tradizione. Corrono però il rischio di essere un’esercitazione di meccanica fine a sé stessa, soprattutto quando si assiste ad un moltiplicarsi di effetti ripetitivi. Nei presepi meccanici che abbiamo apprezzato di più, oltre alla presenza di effetti originali, l’alternarsi di giorno e notte viene utilizzato per creare un momento in cui tutto si ferma, le luci del paesaggio sono spente e l’attenzione viene concentrata sulla Natività. Così viene evitato il rischio che i virtuosismi meccanici sovrastino il significato del Presepe.

All'aperto

Due parole anche sui presepi all’aperto. Sono cresciuti di numero e questo è senza dubbio un fatto molto positivo, sono un buon modo di ricordare a tutti il vero significato del Natale. Incontrano diverse difficoltà, in quanto in genere richiedono statue di dimensioni superiori al normale che vanno costruite appositamente e dovrebbero anche avere una certa resistenza alle intemperie. Frequente è l’uso di sagome in legno dipinto o di pupazzi di tela rivestiti con costumi adatti. In qualche caso si ricorre a manichini, ma questi sono concepiti per ben altro scopo e spesso l’effetto lascia perplessi, con Madonne truccate come top model che esibiscono pose più da sfilata di moda che da presepe.

Storici

Presepe storicoDa qualche anno troviamo Presepi che si definiscono “storici”. Molti avvertono come non aderente alla realtà la rappresentazione di una Palestina in cui si muovono personaggi in abiti comunque occidentali e ancronstici. Nascono così i tentativi di rappresentazioni storiche, con abiti e ambienti che si rifanno per lo più alla tradizione orientale. Premetto che non sono un esperto di storia e che quindi non posso giudicare fino in fondo in quale misura una rappresentazione sia o meno aderente alla realtà del tempo, ma non posso fare a meno di evidenziare alcune cose. Quella volta che io e Fiorentini abbiamo trovato in un presepe una vecchietta con gli occhiali, ci siamo fatti una bella risata, ma questo non ha penalizzato la valutazione dell’opera: la rappresentazione tradizionale, per la sua natura simbolica ammette questo ed altro. Ad esempio un pizzaiolo in un presepe napoletano non solo è ammesso, ma ci sta anche bene.
Diverso è però il caso in cui l’autore dichiari la volontà di una ricostruzione storica, che richiede notevoli studi ed una adeguata documentazione. In genere in questi casi il Presepe assume un aspetto orientaleggiante, prendendo forse come riferimento il “Gesù” di Zeffirelli, basato, come afferma l’autore, su studi rigorosi. Ma a volte i presepisti si lasciano prendere la mano e allora compaiono minareti che fanno classificare gli edifici come moschee, chiaramente incongrue nella Palestina del primo secolo. Detto per inciso: di moschee nel presepe ne ho viste diverse, ma solo una volta, per quanto ricordo, ho trovato un edificio che veniva presentato come sinagoga, che invece dovrebbe essere presente in un villaggio ebraico. Ma confesso che non ho idea di come fosse fatta una sinagoga di quell’epoca.
Sono molte le cose che si trovano a volte nei presepi “storici” e che non dovrebbero esserci, a cominciare da Bambinelli e Marie coi capelli di un improbabile colore biondo, come se invece che in Palestina si fosse in qualche paese nordico. Compaiono a volte castelli e mura con merlature medievali e rovine classiche che, data l’epoca, avrebbero dovuto essere ancora in perfetta efficienza. Rovine che, per essere chiari, sono pienamente accettabili in ambientazioni tradizionali di stampo settecentesco. Dovrebbero essere banditi anche i maiali e i relativi derivati, viste le prescrizioni ebraiche in materia. Una buna fonte di anacronismi è l’America: tacchini, pomodori, patate, polenta di mais e cactacee provengono tutti dal nuovo mondo, attenti che non compaiano nella vostra rappresentazione. E probabilmente un esperto di Storia potrebbe allungare la lista.
Questo tipo di presepe comporta anche il rischio che, per amore di fedeltà alla storia, si perdano quelle caratteristiche della Sacra Famiglia e dell’ambientazione che ho citato sopra alle quali siamo abituati e che hanno un loro valore simbolico. Il presepe rischia quindi di risultare freddo e di non trasmettere quei messaggi che ci aspettiamo dalla sua visita.

Presepi moderni

San GiulianoParliamo per ultimi dei presepi che abbiamo definito come concettuali o moderni. Sono quelli che cercano strade nuove per rappresentare la Natività. Se volete allestire un presepe moderno aspettatevi prima di tutto delle critiche. Abbiamo detto che il presepe tradizionale ha dalla sua parte la presenza di una iconografia e dei simboli chiaramente riconoscibili. Se si tentano strade nuove qualcuno non capirà e questo si può dare per scontato. Ma ogni epoca ha i suoi modi per esprimersi e continuare solo con le rappresentazioni tradizionali non renderebbe un buon servizio al Presepe. Quindi ben vengano le innovazioni, naturalmente se rispettano lo spirito e i simboli della rappresentazione. La sacra Famiglia in abiti rinascimentali è ormai così ben impressa nel nostro immaginario che viene riconosciuta comunque e fa diventare Presepe praticamente qualsiasi ambientazione. Attorno a questo abbiamo visto negli anni cose molto differenti, che avevano diversa efficacia espressiva. Difficile fare degli esempi, tanta è al varietà di tecniche espressive usate. Forse uno di più comprensibili è stata una rappresentazione della Parrocchia fatta dai parrocchiani stessi, certamente con meno talento artistico di alcuni artigiani, ma comunque efficace nel trasmettere il messaggio. In altri casi la mano dell’artista era ben visibile, con realizzazione dalle forme veramente originali, molto lontane da quelle classiche, ma più aderenti alla sensibilità moderna. A volte si è vista una ricerca della originalità a tutti i costi, che va a discapito del messaggio.
Per concludere, i modi per allestire un Presepe sono tanti, ognuno con pregi e difetti. L'importante è che sia fatto con attenzione al significato evangelico. Se poi ci si vuole iscrivere al concorso presepi occorre anche una buona dose di impegno e di disponibilità al confronto, perché, ve lo posso garantire, la concorrenza è tanta ed agguerrita e, a volte, i mezzi messi in campo sono veramente imponenti.

 



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