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Specchio antico

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La fiera delle falsità

Ultimamente nel dibattito intorno a Facebook sono stati usati alcuni pregiudizi, falsi per quanto riguarda Internet e ancora di più nel caso di Facebook.
Vediamoli.
“Su internet si pubblica in modo anonimo”. Per accedere ad Internet occorre avere un numero, come per il telefono. I numeri vengono debitamente registrati ede è possibile risalire all’utente. Per accedere a qualsiasi servizio occorre fornire la propria e-mail. Naturalmente, come nel “mondo fuori dalla Rete” c’è chi fornisce documenti falsi. E chi, di mestiere, scopre i malfattori.
Su Facebook tutti devono farsi conoscere e quasi tutti si presentano con il proprio nome. Per comunicare con gli altri, infatti occorre farsi accettare come amici e questo è impossibile se non si dà il proprio nome.

“Tutti possono vedere i contenuti” In teoria e per alcuni contenuti. In pratica… magari! Solo pochi amici vedranno questo post e nessuno ha mai visto alcune foto del mio account di Flickr.  (Spudorato tentativo di aumentare i contatti). Molti forum o mailing-list hanno contenuti accessibili ai soli utenti registrati.
Se non siete registrati su Facebook non potrete vedere alcun contenuto e se vi registrate potete vedere solo quanto è postato dai vostri amici oppure quello che c’è nei gruppi che andate a cercare. Naturalmente i contenuti viaggiano da una cerchia di amici all’altra come in un passaparola, ma questo avviene solo per quello che ha un largo consenso. La trasparenza ha comunque un vantaggio: più i contenuti violenti o osceni  sono visibili, più è probabile che qualcuno li segnali e che vengano eliminati. Lo sapevate che è normale che certi contenuti vengano eliminati?

“Internet senza regole” Niente può funzionare senza regolle e Internet non fa eccezione. Tutte le applicazioni che prevedono la partecipazione degli utenti hano una loro regolarmentazione. Le regole sono funzionali agli scopi del gruppo, vengono liberamente accettate dagli utenti  e fatte rispettare dagli amministratori. Valgono per i siti Iternet le stesse regole della società civile. Il problema, semmai è che i Governi fanno fatica a rimanere al passo del prograsso tecnologico e a farle rispettare. Se poi si vuole, ci si riesce. Provate a cercare un sito che venda sigarette di contrabbando. Vi ritrovate nella pagina dei Monopoli di Stato.
Facebook ha un suo codice di comportamento preciso che gli utenti devono rispettare. Tanto preciso che ha sollevato polemiche la decisione di eliminare tutte le foto di donne in allattamento che mostrassero un capezzolo.  I gruppi che non rispettano le regole (istigazione alla violenza, contenuti osceni) vengono eliminati dietro segnalazione degli utenti. Chi ha sollevato l’allarme sui gruppi violenti poteva semplicemente segnalarli. Anch’io ho provato a segnalare gruppi che istigavano all’odio verso gl’immigrati. Sparivano in genere prima di raggiungere i trenta iscritti.

One Response to “La fiera delle falsità”

  1. 1
    Specchio antico » Ho già visto ’sto format! – 2:

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