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Specchio antico

Specchio antico

Ora vediamo come in uno specchio antico (San Paolo)

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Funziona!

Molte volte ho aperto le mie riflessioni sulla politica fiscale dicendo:

“Il sistema fiscale idele è quello in cui le tasse le pagano gli altri”

Affermavo anche che questo è il principio, ammettevo che l’applicazione pratica poteva comportare qualche difficoltà, ma che, visto che la cosa poteva riscuotere molti consensi, valeva la pena di provarci.

Lo ammetto. Pensavo fosse una battuta.

Ma adesso è accaduto l’inaspettato. Qualcuno ha iniziato ad applicare questo principio nella pratica.

Si tratta della Lega (sa vut fe, ut taca to so quel c’uje).

Qual’è stata infatti la trovata per varare il federalismo fiscale? Semplice: i comuni potranno istituire la tassa di soggiorno e tassare le seconde case!

Cos’è questa se non un’applicazione del principio da me enunciato più volte (a so fort)? I comuni impongono tasse sulle case e sul soggiorno dei non residenti. Così i cittadini del comune potranno pagare i servizi a spese di chi è in transito o vi soggiorna saltuariamente (fata figheda).

Certo la cosa non è priva di qualche inconveniente (e pareva trop bel). Da una parte in comuni come Rimini (me a stag proprie iquè) la tassa di soggiorno rischia di provocare sommosse popolari (a tal deg). Dall’altra fatico a credere che in posti come Ostiglia (sperdud in tla pianura padena) o Massafra (pers in te tavulir dal pogli) possano contare su chissà quali introiti turistici (i ne ciaparà ‘n frenc).

Ma questa è solo la prima applicazione e senz’altro in futuro si troveranno modi più efficienti per applicare un principio sul quale tutti possiamo concordare: le tasse, facciamole pagare agli altri.

(N.B. Per rispetto alla Lega che propugna l’uso di dialetti, mi asterrò dal tradurre le frasi in Romagnolo)


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